dimarts, d’abril 01, 2008

Cosa credi di poter fare nel mio circo..?

Este año, Argentina es el país invitado de honor a la Feria Internacional del Libri per ragazzi de Bologna.
Así que hacia allá partieron un montón de amigos, a comer helados y el mejor tiramisú del mundo. Arropado entre ellos: mon p'tit Joaquin:
...porque después del éxito de Sármede, fue invitado a participar a la expo de Bologna. El libro ya tuvo dos premios de la Asociación de Ilustradores ALIJA y uno de la gente normal así de la vida, porque desde hace meses está seleccionado por el Plan Nacional de Lectura.
Si tenemos en cuenta que para el 90 (NOVENTA) porciento de los chicos del mundo los únicos (LOS UNICOS) libros que pasan por sus manos son los que les dan en la escuela, pos...que más que un provilegio es un HONOR que hayan premiado al libro con eso, sea lo que sea eso.


En octubre nos invitaron a leer el cuento en una bibioteca re linda que ahora no me acuerdo como se llama, y fué genial. Al menos eso fué lo que me dijeron, porque requerimientos muy requeridos me requerían y decidí no ir a los alláes. Pero salió todo muy pero que muy bonito, con felicitaciones al trabajo del maestro Uberuaga, invitaciones y todo eso. El viaje de Joaquín y los pájaros empezó allá nosehacecuánto y parece que sigue...y sigue. Es genial !!!
Enfin, que eso. A Luchini no le deseo más suerte que la que tiene porque sería un escándalo, pero sí aprofito y mando besos & abrazos, a Elenio, Carmen, Diego, Mariana y toda la peña. Y, aunque ya lo saben, de paso les digo que los quiero un montón.

Como cereza les dejo la traducción que hizo el escritor Gabriel Barnes, uno de los pocos dandys que quedan en este mundo cada día más destartaláo. Gracias Gabo, tu traducción es un lujazo, y quedamos, todos, a la espera de eso aquello que estás preparando ;-)


"COSA CREDI DI POTER FARE NEL MIO CIRCO..?"


Quella mattina il circo arrivò in città.

Gioacchino dormiva, ma il rumore che facevano gli elefanti lo svegliò.

Nel vedere la carovana del circo, non ebbe il minimo dubbio: doveva aggregarsi pure lui e lavorare con loro.

Uscì dal letto e si vestì come un razzo.

Quando si fece giorno, Gioacchino si sentiva molto agitato,
ma deciso a non lasciarsi tradire dai nervi. Nel circo tutti sarebbero rimasti sbalorditi quando lui dimostrasse cosa era capace di fare.

E così, molto elegante e sfoggiando un paio di scarpe nuove, regalo della sua nonna, Gioacchino chiamò alla porta del carrozzone più grosso, sperando di trovare il proprietario del circo.

La porta si aprì e apparve un uomo mezzo addormentato e di cattivissimo umore, che gli disse:

-Adesso non voglio ascoltare una sola parola. Il viaggio fin qui é stato molto faticoso e lo unico che voglio é continuare a dormire. Torna più tardi e ne riparliamo.

Gioacchino tornò a casa un po’ preoccupato: l’incontro con il proprietario del circo non era andato proprio liscio come lui aveva immaginato.

Si disse che forse tanti viaggi e tanta responsabilità rendevano la gente del circo un po’ strana. Ma sicuramente, la prossima volta lo avrebbero trattato con più amabilità. E chissà cosa avrebbero detto nel vedere cosa lui era capace di fare!

Quella notte Gioacchino andò a letto molto presto, e si addormentò pensando nel circo. Allo scoccare della mezzanotte…cominciò a sognare. Sognò con uccelli. Il suo sogno era pieno zeppo di bellissimi uccellini colorati..!

Il giorno dopo, Gioacchino tornò a bussare alla porta del proprietario del circo: Toc-Toc! E il proprietario del circo gli disse:

-Un’altra volta tu! Non vedi che sono molto occupato? Fra pochi minuti comincerà lo spettacolo…Suvvia, in fretta, dimmi cosa vuoi!

L’uomo era molto impaziente, e per Gioacchino era difficile, così sui due piedi, dire qualcosa. Pero si armò di coraggio e disse:

-Sono qui perché voglio lavorare nel circo!

-Ah! –rise l’uomo- vuoi lavorare con noi? Quésta é buona. E cosa credi di poter fare nel mio circo? Pulire le gabbie degli animali, forse? Dar da mangiare agli elefanti? Raccogliere i biglietti all’ ingresso?

Tutte queste domande spaventarono un po’ Gioacchino, ma lui decise di andare avanti con coraggio. E tutto d’un fiato disse:

-Io posso imitare gli uccelli.

-Oh! Ah! Ah! Che sciocchezza! –disse ridendo il proprietario del circo- Un altro imitatore! Io non sopporto il rumore fastidioso degli uccelli!

-Ma no…-disse Gioacchino-. Lei non mi ha capito…

-Ho capito perfettamente–disse il propietario del circo-. Sono in questo mestiere da più di trent’anni e so riconoscere una persona con talento molto prima che la persona lo sappia. Non so se ti rendi conto di chi sono io? Sono il propietario di un circo molto importante! Tu sei un altro imitatore. Ne ho una lista di trecento e tutti bravissimi, senza contare tutti gli altri che vengono a chiedermi lavoro in ogni città. Scusa, ma non mi interressi. E ora vattene via, che già comincia lo spettacolo


Gioacchino aprì la bocca per rispondere, ma non ebbe il tempo di dire una sola parola, lo spettacolo stava per cominciare ed il proprietario del circo gli chiuse la porta in faccia con un sonoro: BLAM!

Gioacchino rimase di stucco davanti alla porta chiusa. Non sapeva cosa fare. Si sentiva molto, molto triste, ma ad un tratto… cominciò a sentire degli strani rumori.

Guardò in alto, verso il cielo, e vide che stavano arrivando centinaia di uccelli. Erano proprio tanti e di tutti i colori.

Allora Gioacchino capì che finalmente era arrivato il momento di fare quello che sapeva fare:

aprì le braccia come ali, e tranquillamente, come un uccello, cominciò a volare.



Fin.